martedì 28 settembre 2010

La PAS, STRUMENTO PER DEMOLIRE ACCUSE DI ABUSO SESSUALE



Psicologia dell’abuso sui minori.
La violenza perpetrata ai danni di individui inermi è l’esercizio di un potere debole
Non sempre c’è una motivazione sessuale in senso stretto o comunque non è prioritaria


IL PADRE ABUSANTE
¨Per lo più è una PERSONA QUALUNQUE

¨PRIMA TIPOLOGIA: ESERCIZIO DI POTERE
- rigido, autoritario e violento
- inibente la vita sociale e affettiva
- insensibile a sentimenti e bisogni altrui
- Aderisce ad una cultura fallocratica e adultocentrica secondo la quale l’adulto maschio (o almeno il più adulto) può disporre della vita e della morte dei membri sottomessi della famiglia, usufruendo a suo piacimento della donna, dei suoi discendenti e collaterali.

¨SECONDA TIPOLOGIA: RICHIESTA DI ACCUDIMENTO

- dipendente, succube della moglie
- disoccupato
- inversione ruoli coniugali e genitoriali
- come nel maltrattamento, in questa tipologia è più frequente che non ci sia una motivazione sessuale in senso stretto quanto una problematica di attaccamento e di ricerca di aiuto da parte dell’abusante.
¨IN ENTRAMBI I CASI HA UN FORTE ASCENDENTE SUL BAMBINO
¨E’ UN OTTIMO MANIPOLATORE e si impone con l’intimidazione (paura) o con la compassione (colpa). Pur essendo prevalente una delle due modalità spesso si presentano insieme alternate.

¨L’”incestuoso” HA BISOGNO DI OGGETTI SESSUALI “DEGRADATI” (Freud 1912) o che comunque gli evitino il costo di una relazione a livello paritario. Sono dunque più esposti bambini in situazione di fragilità (per handicap, trascuratezza, in crisi per esempio per la separazione dei genitori, che si accontentano di nulla, a cui nessuno crederebbe)
¨I MECCANISMI DI AUTOCONTROLLO POSSONO FALLIRE PER L’USO DI DISINIBITORI (droghe, alcol o situazioni particolari di stress)

I COMPLICI:

¨L’ABUSO SESSUALE COINVOLGE OGNI MEMBRO DELLA FAMIGLIA: chi commette la violenza, chi la subisce, chi sa e fa finta di non sapere, chi non sa ma sospetta. Ognuno contribuisce all’avvio, alla cronicizzazione e all’eventuale risoluzione del problema.

¨LA CONNIVENZA MATERNA E’ DETERMINANTE nel protrarsi dell’abuso e spesso è prodotto della stessa oppressione violenta di cui sono vittime i minori
¨L’ABUSO SU UN MINORE COME “SOLUZIONE” DELLA COPPIA GENITORIALE PER FAR FRONTE A DISAGI PERSONALI E PROBLEMI DI MENAGE

¨MOTIVAZIONI CHE SPINGONO AD ACCETTARE LA VIOLENZA:
- confusione dei ruoli
- spinte disgregative del nucleo familiare
- fragilità e difficoltà della madre ad assumersi la propria sessualità, il proprio ruolo materno e la propria identità di donna
- ricatto economico


I PEDOFILI

¨Esistono diverse classificazioni delle TIPOLOGIE DI PEDOFILI, Petrone ne descrive sei:
1.Pedofilo latente: morbosa attenzione e fantasie per i bambini senza comportamenti manifesti; consapevole della non accettazione, a livello sociale, della sua diversità.
2.Pedofilo occasionale: messa in atto occasionale del comportamento pedofilico, in situazioni “facilitanti” come vacanze in località dove esperienze erotiche trasgressiva sono più facilmente fattibili.
3.Pedofilo immaturo: mancato sviluppo di capacità relazionali normali e di raggiungimento di una sessualità genitale adulta; immaturità istintiva, affettiva ed emotiva. Modalità di adescamento di tipo deduttivo e passivo con vittime usualmente conosciute.
4.Pedofilo regressivo: il disturbo emerge in seguito a particolari periodi o eventi stressanti. Modalità di adescamento caratterizzata da impulsività improvvisa e irrefrenabile, con vittime sconosciute.
5.Pedofilo aggressivo: aggressività, impotenza e autosvalutazione. Comportamento ripetuto accompagnato da sadismo che può condurre alla morte della vittima.
6.Pedofilo omosessuale: condizione di immaturità affettiva ed erotismo infantile. Trasferisce sul bambino l’amore non ricevuto dalla figura materna, sopperendo con l’abuso alle carenze affettive subite. Conflitto tra resistenze psicologiche e norme sociali da un lato e forti impulsi sessuali deviati dall’altro.

¨NELLA PSICOPATOLOGIA DEL PEDOFILO (che non necessariamente corrisponde a quella del padre-servo e soprattutto a quella del padre-padrone)

- più spesso sono frequenti traumi infantili relativi ad abusi sessuali o comunque a problematiche relative alla violazione dell’innocenza infantile (spirali di violenza)
- più forte è il riferimento ad una omosessualità latente che nel corpo immaturo ed ermafrodito del bambino sfugge all’angoscia della relazione con la figura femminile adulta vissuta come persecutoria
- l’abusante tende a vedere il bambino come un’immagine a specchio di se’ bambino (non c’è differenziazione, ne’ teoria della mente del bambino)
- ci possono essere dinamiche di attaccamento-sessualità o, al contrario, di agonismo-sessualità

¨LA PEDOFILIA CORRELA CON
- altre parafilie
- sadismo sessuale
- disturbi di personalità (personalità narcisistica e, nei pedofili violenti, personalità antisociali)

LA VITTIMA

La vittima è inconsapevole del reale significato di ciò che le è proposto e delle conseguenze di quello che accetta

¨Il bambino è in costante RICERCA DI ACCETTAZIONE, RICONOSCIMENTI E CONFERME, questo lo rende particolarmente vulnerabile alle perverse attenzioni dell’adulto.
¨Il bambino e l’adolescente sono in un’inevitabile posizione di fragilità e di dipendenza che fa sì che essi subiscano più prepotentemente il VINCOLO DI LEALTA’

¨SCARSA AUTOSTIMA E ASSENZA DI UNA VALIDA FIGURA DI RIFERIMENTO ALTERNATIVA spingono ad assecondare l’abuso e ad accettare ruoli inadeguati all’età.
¨La vittima VIENE COINVOLTA IN ATTIVITA’ CHE NON COMPRENDE completamente, alle quali non è in grado di acconsentire con piena consapevolezza e che stravolgono i ruoli familiari

¨La NATURALE SEDUTTIVITA’ tipica dei cuccioli (fondamentale per la sopravvivenza dell’individuo e della specie) viene strumentalizzata, deviata e patologizzata (come quella delle donne all’esterno della famiglia)

¨Al bisogno di riconoscimento, accettazione, attenzione e intimità del bambino VENE IMPOSTO UN CONTENUTO SESSUALE che ne distorce le modalità di relazione.

¨LA SESSUALITA’ INFANTILE VIENE COARTATA entro i confini di un malsano erotismo “adulto” che non ne rispetta i tempi, i modi e i contenuti

¨INIZIALMENTE il bambino non si rende pienamente conto di star subendo una violenza.

Egli RIMUOVE, NEGA, RAZIONALIZZA. Quando, in adolescenza, ne raggiungerà una piena consapevolezza ed emergeranno vissuti ingestibili la complicità familiare si sarà già strutturata attorno all’abuso e la sua psiche risulterà già intaccata. Egli sarà in trappola.

¨Tanto più è giovane la vittima tanto più sarà portata ad assumersi la COLPA per salvaguardare l’immagine idealizzata dei genitori: meglio essere un diavolo in un mondo di giusti che un giusto in un mondo dominato da demoni.
¨QUANTO MINORE E’ L’USO DELLA FORZA TANTO PIU’ LA VITTIMA SI SENTE RESPONSABILE DELLA VIOLENZA SUBITA

La mancata denuncia e il problema del sommerso
Il tabù relativo allo stupro in famiglia è superato da un tabù più forte: quello di una qualsiasi interferenza esterna nella dittatura assoluta del dominio maschile e paterno

¨NEI BAMBINI L’IDEA DELLA ROTTURA DEL LEGAME INCESTUOSO ATTRAVERSO LA DENUNCIA EVOCA ANGOSCIANTI FANTASMI DI DISTRUZIONE, ABBANDONO E PERDITA DI IDENTITA’
¨SI REGISTRA COMUNQUE UN AUMENTO DELLE SEGNALAZIONE DI REATO E DELLE PERSONE DENUNCIATE PER ABUSI E VIOLENZE

¨LADDOVE E’ FORTE LA SOLIDARIETA’ E L’AZIONE PENALE E’ SOCIALMENTE E GIURIDICAMENTE SOSTENUTA LA DETERMINAZIONE A PERSEGUIRE L’AGGRESSORE AUMENTA per questo gran parte degli sforzi dell’abusante sono indirizzati a spezzare la solidarietà della famiglia e della società nei confronti della vittima

L’abuso sessuale avviene in condizioni di segretezza, è trattato come un segreto dalla famiglia ed è mantenuto tale dagli atteggiamenti e dai tabù della società

¨I MOTIVI DELLA MANCATA DENUNCIA SONO VARI, TRA I QUALI:

. paura delle rappresaglie
. paura di rompere quell’alleanza patologica con l’abusante a cui è legato da vincoli affettivi /o di sopravvivenza fisica
. paura della rottura di equilibri familiari e individuali all’interno della famiglia
vergogna
. senso di colpa
. paura di un danno alla propria reputazione e/o all’”onore familiare”
. scarsa fiducia nella capacità ma anche nella volontà della polizia e del sistema giudiziario
. ricatto psicologico interno alla famiglia (deterrente principale alla denuncia)
. scarsa disponibilità economica

¨L’AGGRESSORE SI DIFENDE DALLA PROPRIA COLPA OSTINANDOSI A NEGARE LA SOFFERENZA DELLA VITTIMA, ATTRIBUENDOLE COLPE INDEFINITE ED ASTRATTE E ADDUCENDO LE PIU PRETESTUOSE MOTIVAZIONI come di giustificare l’abuso con finalità pedagogico-educative, far passare la mancanza di coercizione fisica per espressione di consenso…

¨VERGOGNA, CONFLITTI E SENSI DI COLPA TRASVERSALI SONO ALLA BASE DELL’OMERTA’ FAMILIARE E DELLA RIMOZIONE COLLETTIVA DEL PROBLEMA

l’autore della violenza la rimuove perché agisce dinamiche inconsce e si sente comunque si sente legittimato culturalmente

la vittima rimuove perché non vuole perderne l’affetto e non si sente tutelato dall’altro genitore.


NEI CASI DI ABUSI SUI MINORI COMPIUTI DA UN GENITORE DOPO LA SEPARAZIONE SPESSO NEI TRIBUNALI VENGONO MENZIONATE TEORIE PSICOLOGICHE “NEGAZIONISTE” che elevano a teoria il pregiudizio sociale per il quale le vittime mentono, inventano, esagerano o fantasticano

¨Dal rapporto della Commissione dei diritti umani delle Nazioni Unite (2004) emerge che CHI SOSPETTA O DENUNCIA ABUSI SUI MINORI, SOPRATTUTTO SE SI TRATTA DELLE MADRI, INCONTRA DIFFICOLTA’ ENORMI E RISCHIA A SUA VOLTA DI ESSERE ACCUSATO DI FALSA TESTIMONIANZA E MANIPOLAZIONE (157 medici e pediatri francesi hanno denunciato di essere sottoposti a sanzioni disciplinari da parte del loro Ordine quando segnalano alle autorità sospetti di abusi sessuali su minori, e di essere messi nell’impossibilità di assistere questi bambini)

¨IL 40% DEI PROFESSIONISTI AMMETTE DI AVERE OMESSO, ALMENO UNA VOLTA, UNA SEGNALAZIONE DI ABUSO SESSUALE (Limber, 1995) le motivazioni sono (Bacon e Richardson 2000):

. mancanza di conoscenze
. incertezza sul da farsi
. condivisione dei pregiudizi sociali rispetto alle vittime di abusi o dei valori patriarcali
. timore di ritorsioni (trasferimenti, licenziamenti., minacce e aggressioni fisiche)

¨IN VARI PAESI I SERVIZI DI PROTEZIONE DELL’INFANZIA SONO SOTTO ORGANICO E CON TROPPO LAVORO con riduzione progressiva e costante delle risorse umane e finanziarie

Vera Innocenti

Fonti: Dott.ssa Lara Scarsella
Psicologa, psicoterapeuta e scrittrice

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