mercoledì 22 settembre 2010

Il Danno Psicologico dei Bambini Maltrattati e Abusati


I bambini vittime di abuso sessuale e fisico sembrano aumentare in questo ultimo decennio, ma il silenzio tombale rende questo fenomeno un dramma poco visibile e riconoscibile a prima vista.

La vergogna,l´impaccio e la paura insita sullo scenario dell’abuso sessuale e del maltrattamento, in particolare nella sfera intra familiare, pone gli addetti ai lavori ad intraprendere ogni risorsa necessaria; si prendono in esame quella educativa, socio- psicologica, medica, per conoscere, proteggere, curare le giovanissime vittime e anche le persone malate che hanno commesso l´abuso.

I bambini si trovano a dover elaborare non sempre facilmente vari tipi di sentimenti rispetto ai diversi tipi di trauma subito. La possibilità di elaborazione psicologica e´ direttamente proporzionata dalla modalità con cui i bambini possono sopportare” l’oggetto traumatico”, l’azione del trauma e la propria immagine durante e lungo l’evento traumatico.

Il trauma causato dal maltrattamento o abuso sfocia sempre in un danno a livello psicologico. Il danno cagionato riguarda l’area relazionale, quell’area affettiva tra il genitore e il figlio che dovrebbe creare il motore della vita psichica.

E´ fondamenteale per aiutare le vittime trovare strumenti idonei a cogliere il disagio del bambino anche quando il trauma non si evidenzia e non trova parole per essere espresso.

In questa ricerca si cerca di descrivere attraverso i disegni dei bambini vittime di maltrattamento fisico e/o di abuso , comparare entrambi con i disegni di una campionatura di bambini normali al fine di delineare la qualità della sofferenza psichica interconnessa con esperienze traumatiche.

Molte ricerche prodotte in precedenza hanno dato risultati scettici sulla validità del disegno come test proiettivo (Hagood, 1992, Thomas e Gray 1992; Thomas e Jolly, 1998; Veltman e Browne 2002), il disegno,sicuramente da sempre viene considerato dalla psicoanalisi, come dalla psicologia dello sviluppo, il mezzo che permette al bambino di esprimere mettere in luce il suo reale disagio, la sua angoscia e paura e la sua modalità difensiva nei confronti del dolore.

Il disegno da al bambino la possibilita´ di metterlo in condizione di rivolgere anche una richiesta di aiuto, e nello steso tempo di comunicare i propri vissuti che non possono essere rappresentati tramite il linguaggio verbale, perché molto dolorosi o rimossi: “È lo sguardo che testimonierà la vita” (Sacco, 1996).

Tra le varie tecniche il Disegno della Famiglia (Ddf) è un test largamente usato nel periodo della valutazione psico diagnostica permette allo specialista clinico (Carlson, 1991) di entrare in contatto con il bambino:

• con la percezione che il bambino ha di se stesso,
• con la percezione che il bambino ha delle figure dei propri genitori,
• con degli indicatori di sviluppo in riferimento all’organizzazione mentale.

IL DISEGNO DELLA FAMIGLIA

Il test ideato da Corman nel 1967 ha l´azione di indagare le relazioni che il bambino ha instaurato con le figure dei due genitori e con le altri componenti della famiglia.
Il disegno della famiglia e´ considerato, nell’ambito della metodologia di ricerca sul bambino e la famiglia, uno strumento elettivo per scoprire le rappresentazioni mentali dei legami “in sintonia con i concetti della developmental pychology” (Tambelli et al. 1995).

Il Ddf mostra l’immagine della famiglia che il bambino ha acquisito nel periodo della crescita, di conseguenza si pensa che egli colga le fantasie che combinano i vissuti soggettivi e il loro incontro con il mondo esteriore.

DISEGNO DELLA FAMIGLIA E MALTRATTAMENTO

Nei casi di maltrattamento infantile il disegno della famiglia viene ritenuto dalla letteratura scientifica uno strumento di indagine clinica e di ricerca particolarmente importante (Veltman e Browne, 2001, 2002) dato che:

• disegnando se stesso, come parte integrante di una famiglia, il bambino può esprimere pensieri e sentimenti inibiti;
• lo specialista puo´ essere in condizione di accostare eventuali conflitti familiari;
• molte volte i bambini maltrattati o abusati presentano disturbi del linguaggio e/o con difficoltà nella comunicazione verbale: il disegno diventa quindi uno strumento per aiutare questi bambini a veicolare le loro emozioni esprimendo graficamente i loro vissuti.

Nell´ambito clinico personale, il disegno della famiglia da un ampliamento della lettura del disagio del bambino; probabile che appare problematico quale valore si puo´ attribuire se lo si usa nell´area sperimentale su casistiche.

Da diversi anni molti contributi si sono orientati al suo uso per la ricerca in età evolutiva, con lavori di diverso spessore per la variabilità metologica e teorica. La vastità degli studi trova un suo limite nella eterogeneità della metodologia e dei parametri utilizzati per valutare il Ddf.

Veltman e Browne (2001, 2002) hanno svolto una revisione della letteratura sulla qualità del disegno della famiglia in bambini maltrattati e bambini vittime di abuso sessuale. Sono stati revisionati 317 studi, tra questi sono stati selezionati i 23 più rilevanti.

Da un’attenta analisi dei lavori emerge che le variabili maggiormente prese in considerazione (Allik et al., 1985; Freeman et al., 1985; Thomas e Silk, 1990; Hammer, 1997) sono:
1) Grandezza e valorizzazione dei personaggi: la grandezza della figura umana riflette l’autostima del bambino; è inoltre importante valutare non solo la grandezza dell’intera figura, ma anche quella di alcune singole parti del corpo.
2) Posizione delle figure sul disegno (vicinanza affettiva): la distanza tra i membri della famiglia potrebbe essere l’espressione grafica della distanza emotiva tra gli individui.
3) Omissione di personaggi o di parti del corpo: l’omissione di se stessi è espressione di forti vissuti di inadeguatezza.

In sintesi dalla letteratura (Carpenter, Kennedy et al., 1997; Veltman e Browne 2002) emerge che:
• Il disegno della famiglia discrimina i bambini sofferenti da quelli normali.
• I bambini maltrattati tendono ad omettere se stessi e una delle figure genitoriali, e a disegnare il corpo in modo distorto, povero di dettagli, con scarsa differenziazione sessuale; emerge inoltre aggressività, clima negativo e tratto marcato.
• I bambini abusati sessualmente tendono a disegnare figure grandi o con genitali in evidenza, mani tagliate, assenza di piedi.

Quindi, gli studi indicano che il Ddf è un buon strumento per comprendere l’ansia e le paure, ma contemporaneamente sottolineano che non è corretto utilizzarlo come unica forma di diagnosi né come indicatore di abuso o negligenza, in quanto il Ddf va integrato con tutto il processo di assessment. Il Ddf permette di accertare la presenza di un pregresso abuso ma non il tipo di violenza subito dal bambino.

OBIETTIVI DELLA RICERCA

In questa prospettiva, ci proponiamo di indagare se le rappresentazioni colte al Ddf differenzino:
• i bambini clinici dai normali: è importante verificare se gli strumenti che abitualmente usiamo siano capaci di identificare i bambini abusati, che spesso soffrono in silenzio;
• i bambini maltrattati dai bambini abusati sessualmente, per poter individuare aree di sofferenza e di vulnerabilità specifica, che possono pesare diversamente nello sviluppo futuro.

In particolare, l’obiettivo del nostro lavoro è di capire se nel disegno i bambini maltrattati e abusati sessualmente, rappresentino sé stessi e le proprie figure di riferimento con caratteristiche diverse e se le eventuali differenze possano essere assunte come indicatori sui diversi rischi psicopatologici connessi con la sofferenza mentale di tipo traumatico. Inoltre la qualità della rappresentazione potrà dare indicazioni su come il trauma incida sullo sviluppo e la maturazione degli affetti, al fine di offrire interventi psicoterapeutici volti ad affrontare il dolore mentale.

SOGGETTI E METODI

È stata presa in considerazione una casistica di bambini vittime di abuso sessuale ed abuso fisico, diagnosticati negli ultimi due anni (2002-2005) presso un centro, e bambini non abusati selezionati in modo casuale presso diversi circoli scolastici della provincia.

Il campione totale è composto da 36 bambini (18 bambini e 18 bambine), di età compresa tutti tra i 5 ed i 10 anni.

Tutti i bambini erano allo stato della ricerca normo dotati sul piano della sfera cognitivo.
Il campione è stato così suddiviso:
• GRUPPO M: 12 bambini vittime di abuso fisico (5 f. e 7 m.; età compresa tra i 5.6 e 9 anni)
• GRUPPO A: 12 bambini vittime di abuso sessuale (7 f e 5 m; età compresa tra 5 e 10 anni)
• GRUPPO C: 12 bambini appartenenti al gruppo di controllo ( 7 f e 5 m; età compresa tra 6 e 9 anni)

Per ogni bambino è stata effettuata in precedenza un’attenta valutazione psico diagnostica, facendo particolare attenzione alla presenza di difficoltà nella sfera cognitive, problemi comportamentali, disturbi del tono dell’umore, adattamento e accomodamento competenze sociali.

Per analizzare i disegni della famiglia eseguiti dai bambini abbiamo sviluppato una tabella – griglia di valutazione e per evitare interpretazioni soggettive, abbiamo scelto di privilegiare indici formali, tralasciando letture simboliche e contenutistiche.

Per la scelta delle variabili abbiamo fatto riferimento all’ampio ed esauriente lavoro di Tambelli, Zavattini e Mossi (1995), che oltre ad illustrare un’articolata rassegna critica sull’uso del test, propongono una revisione del sistema di analisi, revisione che in parte abbiamo utilizzato nel nostro lavoro di ricerca ad integrazione del sistema indicato da Corman (1967).

In rapporto all’obiettivo di ricerca, e cioè come il bambino si percepisce e si colloca all’interno del nucleo familiare, ci siamo adoperati di verificare i seguenti indici in rapporto alla famiglia reale:
• la maturità grafico-rappresentativa;
• le persone del nucleo familiare non disegnate;
• la distorsione del corpo;
• il ruolo delle identificazioni;
• la vicinanza affettiva-relazionale.

RISULTATI E DISCUSSIONE DEI DATI

1. Maturità grafico-rappresentativa (grafico1)
Si vuole misurare secondo i parametri di Piaget (Piaget e Inhelder, 1956,1969,1971), Kellogg (1969) e di Lurcat (1985), se il livello grafico è compatibile con l’organizzazione cognitiva basilare del bambino (Tambelli, Zavattini e Mossi, 1995).
Sebbene tutti i bambini abbiano un livello cognitivo adeguato alla norma come verificato all´inizio , nei bambini vittime di abuso il livello grafico del Ddf che si evidenzia inferiore all’organizzazione cognitiva di base.


a)Bambini maltrattati. Lo schema corporeo è visibile appena, spesso stilizzato, mancano i particolari, è inesistente l’uso della prospettiva, idem nei bambini superiori ai sette anni.

b)Bambini abusati sessualmente. Il gruppo appare etereogenio, solo metà dei bambini risulta privato della rappresentazione grafica rispetto a quello cognitivo e in relazione al campione normale.

Possiamo considerare la scarsezza grafica e la non maturita´ del disegno come un primo indicatore di sofferenza e quindi di disagio, che colpisce le funzioni mentali nell’ambito simbolico-rappresentativo. Si delinea un’ area fortemente a rischio che coinvolge aspetti neuro-psicologici e meta-rappresentativi. I bambini dotati di intelligenza e che disegnano in maniera immatura sono quei bambini che stimolano l’attenzione dell´operatore, ma solo dopo un assessment mirato potrà stabilire quale percorso diagnostico e terapeutico è necessario perseguire.

c)Bambini normali. elaborano disegni articolati, il corpo è proporzionato tra testa, tronco e arti e con molti particolari, le figure nel complesso sono complete.
Il vissuto dell´ abuso appare correlato, in modo molto evidenziato, con un rischio nell’uso delle funzioni grafico-rappresentative.

2. Omissione dei personaggi (grafico 2)
Stabilisce la modalità che il bambino può usare per non dare valore ad un personaggio eliminando un personaggio della sua fantasia(immaginario) e comunicare così qualcosa di innapagato e non accettato dalla famiglia (Tambelli, Zavattini e Mossi, 1995).


a)Bambini maltrattati. Le persone non disegnate sono i genitori. La modalita´ è coerente con i dati relativi all’identificazione. Il genitore aggressivo -violento viene totalmente escluso oppure non accanto alla madre. Difatti vengono invece disegnati personaggi esterni alla famiglia, altri bambini, animali e oggetti. Escludere del tutto uno o i genitori lascia un buio nelle figure principali (padre,madre) necessarie a proseguire il processo di identificazione. Eliminare il Caregiver significa il bisogno di avere lontano i sentimenti dolorosi e dalle fantasie, perché intrise di aggressività verso il padre violento. (D. al posto di una famiglia disegna un pesce che urla forte “help”, mentre uno squalo sta per mangiarlo).

b)Bambini abusati sessualmente. I bambini maggiormente ambivalenti, annullano se stessi o il padre o la madre , solo in un caso dimenticano tutta la famiglia. Il numero delle persone aggiunte non è molto importante. Il senso di colpa sembra indirizzarsi anche sul bambino, ma in maniera lampante sono i genitori a essere omessi. (G. disegna solo una casetta in mare aperto e molto mosso; S. disegna tre persone sospese nell´aria, prive di mani, e un maschio omettendo se stessa).
c)Bambini normali. Il campione preso in esame detto “normale” disegna la coppia dei genitori dandone valorizzazione massimale. (G. disegna i genitori che camminano abbracciati, disegna lei che li sorride; L. figlio unico disegna la sua famiglia mostrando bene tutti i particolari e i suoi genitori facendo una cornice con tre bambini di età diverse).

3. Distorsione del corpo (grafico 3)
La variabile evidenziata misura l´accortezza e la precisione con cui il bambino disegna le persone cioe´ la capacità di rappresentare il corpo umano nel modo proporzionato alla forma, grandezza e particolari (Tambelli, Zavattini e Mossi, 1995).
L’ esperienza di abuso fisico e/o sessuale si evidenzia correlato in maniera molto evidente con una alterazione e distortorsione della rappresentazione- grafica dell’immagine corporea.


a)Bambini maltrattati. Il dato inquietante sono le deformazioni,lo schema del corpo, i l’assenza o la deturpazione del viso umano . Le alterazioni corporee rimandano ad una scarsissima immagine del proprio corpo, corpo fisicamente attaccato, non visto nella sua fragilità, privo del rispecchiamento che viene fornito da un adulto protettivo, una marcata espressione di uno stato di angoscia relazionale.
b)Bambini abusati sessualmente. Un alto numero di bambini deforma il corpo. Il contatto fisico con la sessualità adulta produce una viziata percezione del proprio schema corporeo, i disegni sono devitalizzati con un volto privo di ogni espressivita´;scaturita della mancanza emozionalescaturita dal trauma subito.
E´ importante sottolineare come “l’heros del disegno”, uno degli aspetti che viene considerato pato-gnomonico dalla verifica nei casi di abuso sessuale, nella campionatura si evidenziano solo in 2 bambini su 12 esaminati.
Presumibilmente si scaturisce che l’ abuso sessuale possa determinare una distorsione e una devitalita´ più complessa di tutto il corpo umano.
c)Bambini normali. La deturpazione dell´immagine del volto sono completamente assenti.


4. Identificazione
(grafico 4)
Si riferisce alla scelta della persona che il bambino indica alla domanda “Chi vorresti essere?”. Rappresenta il personaggio i cui attributi il bambino vuole fare suoi e la risposta non tiene conto dei livelli più profondi che in genere non sono direttamente espressi, ma che sono deducibili da indici indiretti come la valorizzazione di un personaggio (Tambelli, Zavattini e Mossi, 1995).


a)Bambini maltrattati. I bambini di abuso fisico si identificano nel 67% dei casi con se stessi, nel 33% con altro come animali, amici, fratelli , nello 0% dei casi con genitori e con nessuno. Tutti i bambini omettono i genitori dalle loro scelte, al desiderio di essere qualcuno d’altro si sovrappone una scelta di realtà cioe´ essere se stesso. Le scienze ci danno come centrale in età evolutiva la scelta di un ‘engramma’ che gira attorno all’idea di famiglia con papa´e mamma, bambino che ricevono il 75% delle scelte (Tambelli et al., 1995). I bambini quelli sottoposti purtroppo a violenza avvertono il desiderio di distaccarsi dagli adulti perché i loro modelli di riferimento contengono aggressività e vedono i propri genitori non affidabili. Se nella fase di sviluppo cioe´ verso la pubertà il distacco dai genitori è compatibile con il processo di svincolo, che cosa significa anticiparlo? (C. disegna una casetta in un angolo e dice: “La casa di un cagnolino…il padre sfonda tutta la casa…trovano un gattino, ma il cane lo ammazza”).

b)Bambini abusati sessualmente. I bambini vittime di abuso sessuale si identificano nel 42% dei casi con nessuno, nel 33% con se stessi, nel 25% con altro e nello 0% dei casi con i genitori. Tutti i bambini omettono i genitori dalle loro scelte, s’impone in misura simile sia il desiderio di essere se stessi sia il desiderio di essere nessuno.La ferita aperta dall’abuso pone lontano il desiderio di assomigliare ad un genitore. Appare interessante che il genitore abusante e il genitore non abusante siano entrambi vissuti come poco desiderabili, questo afferma che l’abuso sessuale nasce da dinamiche confusive e coinvolge l´intero nucleo familiare. Essere se stessi denuncia un tentativo di fare affidamento sulle proprie risorse, ma non desiderare di assomigliare a qualcuno, sembra essere la risposta estrema di un bambino che, oppresso dalla realtà, non trova neanche attraverso la sua fantasia una via di fuga. Come si organizza l’identità di un bambino che desidera non essere presente nella realtà relazionale che abusa di lui?

c)Bambini normali. I bambini inseriti nel campione di controllo si identificano nel 50 % dei casi con uno dei genitori, nel 42% dei casi con altro (fratellini, sorelline), nell’8% dei casi con se stessi e nello 0% dei casi con nessuno.
Si dividono, tra il desiderio di essere un genitore e il desiderio di essere un fratellino, scelte coerenti con i dati della letteratura scientifica di Bruening, Wagner, Johnson, 1997, in cui emerge il bisogno di modelli, ma anche le tensioni relative alla rivalità e competitivita´ con i fratelli. Processi compatibili con le dinamiche familiari normali.

5. Vicinanza affettiva (grafico 5)
Lo spazio che il bambino stabilisce tra se e le persone della famiglia.

a)Bambini maltrattati. In maniera evidente, si constata un’assenza e-o negazione dei legami primari, la metà dei bambini si disegna in modo completamente isolato, solo tre sono di lato alla madre, tre accanto ad un fratellino.

Si conclama la mancanza di una dimensione affettivo-relazionale centrale attorno ai propri genitori. Questo risultato che scaturisce combinato con le identificazioni, dimostra un vuoto relazionale vissuto nella famiglia. Porsi in modo lontano testimonia di essere soli, non poter contare su relazioni che rafforzano la sicurezza.

b)Bambini abusati. In modo eloquente, circa la totalità dei bambini si disegna isolato. La solitudine è totale, in quanto non vi e´ genitore-trice in grado di accogliere il loro malessere.

Mostrarsi da soli può dunque puo´ indicare il rifiuto di rapporti che sono origine sia di atti violenti sia di atti morbosi. L’isolarsi rispetto alla famiglia o dai genitori rischia di far perdere a questi bambini quegli investimenti che sono necessari per le turbolente trasformazioni dei processi d’ identità.
Bambini normali. 12 bambini su 12 bambini si disegnano felici accanto o tra i genitori.

Certo che il numero alquanto limitato dei casi preso in esame non ci puo´far stabilire la vericidita´ vera e propria della ricerca effettuata ma sicuramente puo´ offrire importanti spunti di riflessione e di intervento sul problema.

Nella trattazione sequenziale si e´ scelto di distaccarci dalla piu´ recente letteratura scientifica,quella di interpretazione tradizionale di Corman (1967), privilegiando una lettura che ci indicasse la visione emozionale del bambino su di sé e sulla sua famiglia (Bombi e Pinto,1993; Tambelli et al.,1995).

Concordi di base con la letteratura scientifica, i dati indicano che il Ddf differenzia popolazioni normali da popolazioni con sofferenze a carattere emotivo-affettivo. Le variabili sottoposte ad analisi differenziano in modo statisticamente significativo i campioni clinici dal gruppo di controllo.

I bambini che hanno purtroppo vissuto una esperienza sotto una forma di abuso (fisico e/o sessuale) proiettano il loro dramma interiore sul disegno mettendo in luce i propri vissuti di solitudine, angoscia,paure,fobie, inadeguatezza emergono sia dall’analisi grafologica-disegno che da quella dei contenuti.

- I bambini maltrattati
• contano solo su di se e il loro rischio psico-patologico vivra´ in rapporto a quali figure si sceglieranno in futuro come modelli di identificazione alternativi ai genitori;
• incontreranno nel loro cammino molte difficoltà nell’apprendimento nel periodo scolare.
• L´evento traumatico del maltrattamento rappresenta un enorme rischio globale per lo sviluppo psico-fisico anche a causa del contesto socio-culturale deprivato e deprivante.
- I bambini che hanno subito abuso sessuale
• evidenziano con il loro desiderio di sentirsi nessuno come persona ,non credere nella vita di relazione e un vero e proprio disinvestimento dalle relazioni;
• mostrano punti di fragilita´nell’area dei disturbi dell’umore, l’inibizione emotiva sembra caratterizzare i disegni.
• La violenza del trauma rimanda allo sfiorire degli affetti verso i legami primari e alla perdita del piacere dell´immaginario, del fantasticare.

In conclusione , il quadro generale che ne scaturisce da questa ricerca , riguarda, in rapporto alla fase di sviluppo valutata, una diversa espressività clinica per la gravità a favore dei bambini esposti e vittime di abuso fisico e un’ area di fragilita´ per i bambini abusati sessualmente.

Il Ddf non può differenziare singoli casi per eventi traumatici, ma può descrivere i loro effetti sia sul piano neuro-psicologico che psico-patologico, e aiutare l´operatore nella comprensione della sofferenza psichica infantile per poter architettare quei percorsi validi e specifici di intervento terapeutico per il trauma subito dai bambini.

di Vera Innocenti

Fonti: Francesco Perrotta - Psicologia Giuridica

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