Il bambino è sempre in simbiosi con la mamma e soprattutto la mamma deve essere in simbiosi con la sua creatura.
È un grosso errore dichiarare che il figlio, crescendo, si stacca, o deve esistenzialmente staccarsi dalla madre. Come sarebbe una grande mutilazione su di se e sulla propria creatura: qualora la madre si staccasse dal figlio; infatti nel momento in cui la donna diventa madre amplia eternamente la dimensione psicofisica del proprio io, lei non sarà più individuo, né persona singola. In lei avviene quello che è avvenuto nel rapporto Madonna-Gesù Cristo che, incarnandosi e anche morendo: ha continuato ad essere Figlio di Dio.
È accaduto che la Madre di Gesù, dal momento dell’annunciazione della sua maternità fattagli dall’Angelo Gabriele, è diventata eternamente “Mater Dei”, confermandosi tale anche quando muore in Croce, quando è nel Sepolcro e quando ascende in Cielo, e il Cristo incarnandosi ha continuato ad essere in simbiosi con Dio Padre e Dio Spirito Santo.
Pertanto la perdita, o l’assenza, della madre rappresenta una grave mutilazione del gruppo madre-figlio/a. Infatti madre-figlio hanno incominciato la vita (lei come madre, lui come figlio), sono cresciuti fisicamente, psicologicamente e spiritualmente insieme.
Il padre non ha mai cominciato a vivere legando la sua vita alla vita del figlio e non è mai cresciuto assieme al figlio; cioè: non è mai esistito un rapporto simbiotico padre-figlio.
Non c’è simbiosi tra padre-figlio, anche se nel figlio c’è sempre della mascolinità anche nella bambina, come c’è della femminilità anche nel bambino.
Il padre non ha mai cominciato a vivere legando la sua vita alla vita del figlio e non è mai cresciuto assieme al figlio; cioè: non è mai esistito un rapporto simbiotico padre-figlio.
Non c’è simbiosi tra padre-figlio, anche se nel figlio c’è sempre della mascolinità anche nella bambina, come c’è della femminilità anche nel bambino.
Pertanto una crescita corretta ed onesta dei figli dovrebbe avvenire attraverso la concrescita con la figura materna, e l’ideale sarebbe che la madre fosse una buona madre, perché la sua creatura sia una buona e bella creatura, poiché la naturale tendenza del bambino è l’imitazione del modello materno. Purtroppo esistono anche delle brutte figure materne, che alterano la crescita dei propri figli.Come esistono anche dei buoni padri che, volendo tanto bene ai propri figli: sono onestamente invidiosi della madre, che ha potuto creare la vita con una partecipazione a loro non possibile.
Qualora la madre mancasse: la sua tenera creatura orfana risente di una grave carenza esistenziale, che solo in parte può essere compensata dallo stesso padre.
È anche vera l’affermazione che” i figli non sono di chi li fa, ma sono di chi li cresce”, ma si tratta sempre di un rapporto compensativo, che non riempie tutto il vuoto esistenziale causato dalla perdita della madre; permane una parte significativa di vuoto affettivo, come è confermato dai problemi affettivi che hanno sempre tutti quelli che sono diventati orfani di madre in tenera età. Niente e nessuno potrà sostituire o compensare la pienezza affettiva ed esistenziale di una madre.
Perciò una buona madre adottiva deve essere cosciente che sarà sempre un po’diversa e inferiore alla madre vera della creatura che ha adottata.
di Giovanni Basso, picologo, psicoterapeuta
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