lunedì 11 ottobre 2010

MISURARE IL DOLORE DI UNA MADRE.


In questi giorni si ha avuto l'epilogo della tragica storia di Sarah Scazzi. Molestata, uccisa, abusata anche dopo morta.

Un ultimo sfregio da parte di un uomo lo zio, nel suo caso quasi un padre, che ha voluto sporcare, profanare, annientare il suo giovane corpo, distruggendo per sempre la sua vita.
Quell'uomo ha ucciso per punire quella ragazzina innocente, per non averlo accettato, per non averlo "apprezzato", per non aver assecondato le sue avances. E come spesso accade in questi casi, questi "uomini" negano, manipolano gli altri distorcendo la realtà, anzi, incolpano la vittima di volerli infangare, di aver loro stesse tentato di "sedurre" il loro carneficie e, come nel caso della piccola Sarah, uccise per la paura che possano parlare e così smascherare chi è e cos'è veramente quell'uomo.

Ancora una volta è stata usata violenza e sopraffazione sui più deboli ed indifesi, bambini e donne, da parte di un uomo. Ancora una volta la voglia di dominio e possesso di una vita fino alla sua distruzione.

L'attenzione va anche sulla madre di Sarah. Questa donna di poche parole, impietrita dal dolore, che oltre al dramma della sparizione della figlia prima e della sua orribile fine poi, ha dovuto subire le critiche di improvvisati "psicologi", di tutti coloro hanno interpretato la sua composta sofferenza, in freddezza, in anaffettività. E così voler mettere dubbi sul suo essere una buona madre, come se, per essere "buone madri" bisogna per forza urlare, disperarsi, strapparsi i capelli e quant'altro possa "dimostrare" il vero dolore provato.

Questa donna che è sempre stata presente, con forza e dignità, attiva nelle ricerche della figlia, che non si è mai lasciata andare allo sconforto, che con grande forza d'animo ha continuato a seguire tutto, che ha retto anche il colpo della comunicazione in diretta del ritrovamento del cadavere di sua figlia. Che con quella frase:"Hanno ritrovato un corpo...è assurdo?!?" Ha voluto respingere per difesa quello che si temeva da tempo e ormai era conferma!

Perchè non si ha avuto rispetto di questa madre e del suo intimo dolore?

Purtroppo si vede in questo ancora una volta, un atteggiamento generale della nostra cultura, per cui le donne devono essere solo, come dettano gli stereotipi.

Ancora una volta si può notare che il concetto di donna è distorto. Una donna non viene vista come persona, con le sue caratteristiche. Una donna viene valutata per il suo ruolo di moglie e madre? E una donna è "brava" quando è umile e devota al marito o una madre è una brava madre quanto più esterna le proprie emozioni?

Ecco che vien da pensare ai media che ancor oggi propongono l'immagine di "donna perfetta" dedita alla casa, preoccupata di far felici i figli comprando loro l'ultima novità in fatto di merendine, preparando piatti succulenti per il marito...
Se fosse stato il padre ad avere quell'atteggiamento ci sarebbero state parole di ammirazione, lodi per la sua compostezza, al suo dimostrare controllo da vero uomo!

E' sconfortante, quanto ancora si debba "lavorare" per abbattere questa mentalità antiquata, superata, inutile e dannosa per ogni donna.



Vera Innocenti

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