La famiglia, la casa vengono viste come luoghi di sicurezza, della cura, della comprensione e del calore degli affetti, mentre l'esterno, la strada è vista come il luogo del pericolo e del rischio. Questa visione è fortemente radicata nella nostra cultura e ha contribuito al permanere di molti stereotipi sul fenomeno della violenza contro le donne.
Purtroppo questi stereotipi e luoghi comuni sono molto diffusi e creano confusione e possono ostacolare gli aiuti e gli interventi necessari creando anche grosse difficoltà per le vittime di violenza domestica nel parlarne e chiedere aiuto.
Questo modo di pensare purtroppo è molto diffuso e viene usato in modo negativo e pregiudizievole, allontanando l'attenzione sul problema e che potrebbe essere cambiato con l'Educazione e l'Informazione.
Vediamo gli stereotipi e i luoghi comuni che purtroppo permangono sulla violenza domestica:
1 - "Le donne sono vittime di violenza da parte di uomini estranei che non conoscono"
Risultano invece più pericolosi per le donne la casa e gli ambienti familiari; gli
aggressori principalmente sono i loro partner, “ex” partner o altri uomini conosciuti: parenti, amici, colleghi, insegnanti, vicini di casa.
2 - "La violenza domestica è un fenomeno poco diffuso"
La violenza domestica è un fenomeno sociale molto diffuso e nascosto.
Da ricerche risulta che moltissime donne hanno alle spalle storie di maltrattamenti ricorrenti.
La scarsa disponibilità all’ascolto da parte delle istituzioni, (forze dell'ordine, servizi sociali ecc.) e a volte di amici, conoscenti e parenti, la legittimazione sociale della violenza, la mancanza di risorse, la quasi impunibilità degli aggressori contribuiscono ancor oggi a mantenere sotto silenzio questo fenomeno.
3 - "La violenza domestica è presente soltanto fra le classi più povere o culturalmente e socialmente svantaggiate"
La violenza domestica è un fenomeno trasversale che interessa ogni strato
sociale, economico e culturale, senza differenze di razza, di religione o di età.
4 - "La violenza domestica è causata dall’assunzione di alcool o droghe"
L’alterazione dovuta all'assunzione di alcool o droghe viene spesso usata come giustificazione della violenza esercitata. Alcolismo e tossicodipendenza non sono mai
la causa diretta della violenza. Il legame fra uso di sostanze e comportamenti
violenti, quando ci sono, è molto complesso e mediato da fattori culturali nel
ritenere che l’alcool ha un effetto disinibente. E’ stato dimostrato che la maggior parte degli episodi di violenza, quando il partner violento è alcolista, si
verifica in assenza di consumo di alcool. Molti alcolisti o consumatori abituali
di droghe non sono violenti con le loro partner.
5 - "La violenza domestica non ha conseguenze sulla salute delle donne"
La violenza domestica è stata definita dagli esperti come
un problema di salute pubblica che incide gravemente sul benessere fisico e psicologico delle donne e di tutti coloro che ne sono vittime, molto spesso i figli anche molto piccoli.
Da una stima risulta che uno su cinque giorni di salute persi dalle donne in età riproduttiva sia dovuto a stupro e violenza domestica.
6 - "La violenza domestica è causata da una momentanea perdita di controllo"
La maggior parte degli episodi di violenza che si verificano all’interno della
famiglia sono premeditati e sistematici. Il concetto di "perdita di controllo" è smentito degli stessi aggressori che spesso dichiarano che sì da un lato la violenza sfugge al loro controllo razionale, dall'altro ribadiscono che l'uso della violenza è "giustificato" dal comportamento delle donne e messo in atto al fine di ottenere certi effetti su di loro.
7 - "I partner violenti sono "malati di mente" persone con problemi psichiatrici"
La credenza che il maltrattamento sia collegato a manifestazioni di malattia mentale fa sì che lo si tenga lontano dalla nostra vita e a pensare che sia un problema che non ci riguarda direttamente. In realtà è solo una minima percentuale di uomini maltrattanti ha una patologia psichiatrica.
La grande espansione della violenza domestica conferma che non si tratta di una conseguenza legata a malattie mentali o disturbi collegati.
8 - "Gli uomini violenti hanno subìto maltrattamenti nell’infanzia".
L'avere subìto violenza nell’infanzia non comporta automaticamente il
diventare violenti in età adulta. La relazione fra questi due fenomeni, quando
c'è, va valutata caso per caso. Esistono infatti uomini maltrattanti che non hanno mai subito o assistito a violenza durante l’infanzia, sia uomini vittime
di violenza nell'infanzia, che non ripetono tale modello di comportamento.
9 - "Alle donne che subiscono violenza domestica in fondo "piace" essere picchiate, altrimenti se ne andrebbero di casa"
Sono la paura che provano le vittime e la paura delle conseguenze, la dipendenza economica, l'isolamento, la mancanza di un posto dove andare, la colpevolizzazione sociale e spesso anche da parte della stessa famiglia di origine, alcuni dei numerosi fattori che rendono difficile per le donne l'allontanarsi dalla situazione di violenza.
10 - "Anche le donne sono violente nei confronti dei loro partner"
La maggior parte delle aggressioni e di omicidi compiuti dalle donne nei confronti del partner si verifica a scopo di autodifesa e in risposta a gravi situazioni di minaccia per la propria vita. Salvo il caso degli omicidi, la violenza femminile, quando esiste, si configura in modo diverso e raramente assume le caratteristiche di sistematicità e lesività che invece caratterizzano il maltrattamento maschile.
La violenza domestica è la violenza che avviene all’interno della casa e viene agita da persone conviventi e nella maggior parte sono uomini: padri, mariti, fidanzati, compagni, ex partner, fratelli, figli.
La violenza domestica si presenta generalmente come una combinazione di violenza fisica, sessuale, psicologica,economica e anche spirituale.
La violenza fisica possono essere calci, pugni, schiaffi, spintoni, bruciature, tentativi di strangolamento, accompagnati a volte dall’uso di armi proprie e improprie con conseguenti contusioni, ematomi, ossa rotte, lesioni temporanee o permanenti.
La violenza psicologica può essere fatta con minacce di botte e aggressioni e minacce di morte, oppure la donna viene ridicolizzata e presa in giro anche di fronte a terze persone, insultata, denigrata come incapace,umiliata oppure trattata come malata di mente.
Alla donna inoltre può essere negata la possibilità di uscire, di telefonare, di incontrare i propri amici o familiari, di disporre di risorse economiche per sè e per i propri figli; può essere costretta a rapporti sessuali non voluti, a vedere o a partecipare alla creazione di materiale pornografico.
Si tratta di forme di violenza diverse, ma fra loro strettamente connesse. Esse
vengono usate per controllare e condizionare le azioni della donna. Aggressioni
fisiche e sessuali hanno forti conseguenze emozionali e psicologiche e la violenza psicologica può produrre forme significative di deterioramento fisico.
Frequentemente gli episodi di violenza si ripetono nel tempo e tendono ad assumere forme di gravità sempre maggiore. Difficilmente una donna che chiede
aiuto è stata picchiata sporadicamente o una sola volta.
La violenza può essere presente sin dall’inizio della relazione della donna con il
partner, oppure intervenire dopo parecchi anni di vita in comune, in occasione
della nascita di un figlio o indipendentemente da eventi particolari.
La violenza domestica è trasversale, ne sono vittima donne che appartengono a
gruppi etnici diversi, di diversa estrazione sociale, culturale ed economica.
Possono essere a rischio di violenze inoltre donne anziane, disabili e/o con disagio psichico dal proprio partner, o anche da parte di coloro che svolgono funzioni di cura.
Le conseguenze della violenza domestica sulle donne.
Subire violenza è un’esperienza molto traumatica che produce effetti diversi a seconda delle persone che ne sono vittima. Ciascuna donna reagisce ad essa in modo diverso;
tutte soffrono della situazione di isolamento e indifferenza sociale che
da sempre circonda questo fenomeno
Conoscere le conseguenze della violenza può aiutare a capire perché una donna si comporta o reagisce in un certo modo
Non esiste una tipologia della donna maltrattata. Passività, debolezza, incapacità di prendere decisioni sono fra gli effetti più frequenti della violenza. Altre volte l’assunzione di alcool o droghe, la minimizzazione o la negazione del problema possono essere strategie che le donne adottano per cercare di sopravvivere alla sofferenza e al dolore di una vita personale e familiare distrutta.
La violenza domestica può annientare il senso di sicurezza di una donna e la sua
fiducia in se stessa. Per lei non c’è più possibilità di sentirsi bene e di controllare la situazione.
Questi sentimenti vengono rafforzati dall’atteggiamento del partner violento che continua a ripeterle che se lei fosse una madre, e un’amante migliore; se fosse più bella e più sexy lui non l’avrebbe mai picchiata.
L’effetto di tutto questo sulla donna è un desiderio disperato che la violenza finisca. Forse vuole lasciare la casa. Forse vuole ancora salvare la relazione con il partner.
La sua autostima è molto bassa, si sente piena di dubbi e colpevole; ha paura che nessuno le creda, non sa che cosa può fare e dove andare. Ha paura che le reazioni violente del partner diventino ancora più forti.
Le conseguenze della violenza domestica possono essere molto gravi. Le possibilità di evitare un’escalation dipendono molto dalle risposte che una donna
incontra nel momento in cui decide di chiedere aiuto all’esterno, spesso dopo
aver fatto il possibile e l’impossibile per cercare di risolvere la situazione da
sola.
In generale, le donne che subiscono violenza domestica, rispetto a quelle che
non si trovano in questa situazione, hanno condizioni di salute fisica e mentale
peggiori.
a) Conseguenze di carattere fisico:
ferite di vario genere e loro esiti: bruciature, tagli, occhi neri, commozione cerebrale, fratture danni permanenti: danni alle articolazioni, perdita parziale dell’udito o della vista, cicatrici secondarie dovute a morsi, bruciature , uso di oggetti taglienti aborti.
b) Conseguenze di carattere relazionale e materiale:
isolamento sociale e familiare, perdita di relazioni significative,
assenze dal lavoro perdita del lavoro
perdita della casa e del livello di vita precedente
c) Conseguenze di carattere psicologico
paura, ansia per la propria situazione e quella delle/i proprie/i figle/i
sentimenti di vulnerabilità, di perdita e di tradimento
perdita di autostima
autocolpevolizzazione
disperazione e senso di impotenza
sintomi correlati allo stress (sensazione di soffocamento, iperattività
del sistema gastrointestinale)
disturbo post-traumatico da stress: ipervigilanza (ansia, disturbi del
sonno, difficoltà di concentrazione), ri-esperienze del trauma (flash-
back, incubi), condotte di evitamento
depressione
ideazione suicidarie.
Quando una donna chiede aiuto è utile ricordare che:
ha già cercato aiuto più volte prima di ricevere una risposta appropriata e di supporto
viene aggredita più e più volte prima di cercare l’aiuto delle Forze dell'ordine
cercare aiuto all’esterno è un passaggio di un lungo percorso
familiari, amici e parenti sono generalmente i primi soggetti a cui le donne chiedono aiuto
una donna sceglie la relazione, non la violenza
non c’è mai nessuna giustificazione alla violenza
le strategie di uscita dalla violenza di una donna riflettono le circostanze in cui si trova, la sua situazione specifica
lei conosce i suoi bisogni di sicurezza e l’autore della violenza meglio di qualsiasi altro
Perché non lascia il partner violento?
Situazione di pericolo
Quando una donna decide di lasciare il partner violento la situazione tende a diventare più pericolosa. Dati americani dimostrano che il rischio di essere uccise è due volte maggiore per le donne maltrattate che lasciano il partner
Salvare l’amore e la famiglia
Una donna può decidere di mettere in atto una serie di strategie per tentare di salvare la relazione, perché spinta da convinzioni culturali e religiose, da un intenso attaccamento affettivo, dal sogno di un amore e di
un matrimonio felice
Mancanza di sostegno esterno
La famiglia di origine non offre aiuto e sostegno, le Forze dell’Ordine e
i Servizi Sociali minimizzano la violenza, non offrono risorse sufficienti,
colpevolizzano la donna
Verifica delle risorse esterne e dei cambiamenti
Una donna può chiudere e riaprire la relazione con il partner violento più volte:
- per verificare la possibilità di un cambiamento effettivo del partner
- per valutare oggettivamente le risorse interne ed esterne disponibili
- per verificare la reazione delle/i figlie/i alla mancanza del padre
Autobiasimo
Una donna può ritenersi responsabile della violenza come strategia di sopravvivenza finalizzata a sentirsi in grado di controllare la situazione:
“se sono io a provocare la violenza, farla cessare dipende da me”
Vera Innocenti
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